L’architetto paesaggista è un professionista che si occupa di progettazione di ambienti esterni, unendo competenze tecniche e creatività per valorizzare le potenzialità di ogni spazio.
Non è necessario possedere un grosso giardino, una tenuta o molti metri quadri di terrazzo: qualsiasi ambiente esterno, anche un balcone o una finestra, un piccolo cortile, un cavedio possono trarre beneficio dalla competenza di un garden designer.
Dal suo studio-showroom di piazza Gran Madre a Torino, Elisa Campra, agronomo e architetto paesaggista, ci racconta qualcosa di questa professione.
Architettura del paesaggio, un settore ancora poco conosciuto in Italia... Qual è la situazione attuale?
Credo che la situazione attuale per l'architettura del paesaggio sia effettivamente quella di essere poco conosciuta. Soffriamo probabilmente di un ritardo culturale che vede sempre , nel nostro Paese, il paesaggio come
un valore marginale, sia che sia parli di verde urbano, sia che si tratti dell'ampia porzione di territorio legato a grandi opere infrastrutturali. Di architetto paesaggista è più facile parlare in ambito privato perché, probabilmente, è aumentata la sensibilità verso la professione dell'architetto in generale che oggi non opera più solo nell'ambito della costruzione di edifici ma interviene sulla loro ristrutturazione, sul design dei mobili, delle luci e degli oggetti.
Come si diventa architetto paesaggista?
Sulla carta, architetto paesaggista si diventa seguendo un corso dilaurea in architettura del paesaggio: credo che tali corsi siano attivi nelle principali Facoltà di Architettura (Torino, Milano , Roma, Genova, Firenze). Alcune Facoltà, come Genova e Firenze, hanno tradizioni più radicate nell'ambito della formazione del paesaggista.
Nella pratica, invece, il paesaggista che si definisca tale non può esimersi dal fare esperienza diretta della materia prima con la quale realizza i suoi spazi, ovvero le piante: non trattandosi di un materiale come un altro -non si dimentichi che è vivo e che risponde ogni volta in modo diverso- è indispensabile saperlo trattare per poterlo usare correttamente.
Pertanto è più che consigliabile, per tutti gli aspiranti paesaggisti, oltre alla corretta preparazione agronomica, un po' di sano lavoro in vivaio od al seguito del giardiniere: in tal modo si prenderà anche confidenza con il fango, gli insetti, la pioggia, il vento od il sole che nel nostro lavoro si alternano più o meno amichevolmente.
Sono in molti a chiedersi il modo in cui nasce il progetto di un terrazzo o di un giardino. Quali sono i suoi punti di riferimento iniziali?
Lo spunto iniziale per un progetto arriva sempre ed indiscutibilmente dal luogo. Ogni giardino,ogni terrazzo, ogni spazio verde richiama innegabilmente un progetto con un certo spirito, una certa suggestione, un certo effetto, certa vegetazione. La prima impressione è quella che conta: il luogo, grande o piccolo che sia, parla e a noi tocca il dovere di ascoltare. Naturalmente, poi, si media con le richieste e le esigenze del cliente: non deve mai essere dimenticato che un giardino non è progettato noi ma per coloro che lo possiedono e che lo vivranno. All'architetto spetta il dovere di consigliare e guidare il cliente affinche possa raggiungere il suo obiettivo nel miglior modo possibile.
un buon progetto nasce da un punto di forza, come questo terrazzo costruito attorno ad un braciere in acciaio |
Tanto in città quanto in campagna si vedono sempre più spesso giardini meravigliosamente strutturati. Ma chi è il committente-tipo di un paesaggista?
Il committente ideale è quello che ama il giardino. Questa condizione dovrebbe essere imprescindibile anche se , naturalmente, non lo è. Il cliente che ha una passione per le piante e la natura sicuramente avrà un buon feeling con il suo architetto, comprenderà la bellezza di una piante scelta , vorrà sapere tutto sulla vegetazione usata e probabilmente vi richiamerà quando vorrà aggiungere piante o progettare nuove parti. Il committente ideale, inoltre, è quello che si lascia guidare e si FIDA di voi, del vostro gusto e di quanto proponete.
È possibile oggi realizzare un terrazzo o un giardino a bassa manutenzione, che richieda poca attenzione da parte del proprietario e che, ad esempio, possa vivere con un minimo di acqua, o che si illumini di notte con poca energia elettrica. Per dirlo con una sola parola: è possibile progettare un terrazzo o un giardino “sostenibili”?
È necessario dire subito che non esiste un giardino o un terrazzo a manutenzione zero, eccetto quello realizzato con piante in plastica. Uno spazio verde, essendo vivo, ha bisogno di cure che possono di certo limitarsi se viene progettato correttamente: la pianta giusta per clima ed esposizione, le consociazioni vegetali corrette, l'irrigazione automatica, i materiali adeguati aiutano a diminuire il tempo, i costi e l'impatto ambientale. Insomma, un buon progetto prevede sempre l'economicità delle risorse.
Quali sono le novità più interessanti del settore?
Nel settore novità mi sento di segnalare soltanto la circolare Ministeriale che finalmente fa rientrare la realizzazione del verde pensile tra quelle che possano usufruire, fino a dicembre 2015, della detrazione del 65%: è finalmente certificato che il verde migliora l'efficienza energetica degli edifici e ,pertanto, debba esser incentivato.
Non vi sembra una bella novità riconoscere finalmente il valore del verde e quantificarlo ? Che sia un l'inizio di un nuovo approccio?
L'amore per la Natura ha influenzato tutta la mia vita: i miei studi, le mie scelte, i miei progetti di vita professionale si sono sempre organizzati intorno alla volontà di creare il bello attraverso la natura. Personalmente, ho ricevuto tanto da questo lavoro ma più di tutto ho goduto della Bellezza nelle sue forme più svariate: dal paesaggio nel quale si immerge il grande giardino alla perfezione del piccolo petalo; dal sole cocente dei cantieri estivi al profumo della terra di quelli invernali; dalla vitalità delle piccole selve ricreate in mezzo la cemento urbano, alla curva di un vaso fatto a mano in Toscana. Ogni volta che realizzo un giardino realizzo anche la mia fortuna.
Per concludere, quanto l’amore per il giardino, per il paesaggio e per la sua professione ha arricchito la sua vita?
Certo che, se per arricchito intendete economicamente... beh allora forse sarebbe meglio che cambiassi mestiere!
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